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Accordo Fiat-Bmw

Ultimo Aggiornamento: 14/07/2008 19:33
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Città: BORGOSESIA
Sesso: Maschile
BMW //M3 e46
12/07/2008 13:12
 
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FONTE il sole 24 ore
Automotive news, il giornale bibbia del settore, in questi giorni si è occupato molto di Fiat e di Sergio Marchionne. Lunedì scorso lo ha nominato «leader dell'industria dell'auto 2008». Martedì gli ha rovinato la sorpresa che teneva in serbo rivelando che il partner del grande accordo internazionale da lui annunciato era la Bmw. Gli esegeti di cose automobilistiche non hanno mancato di notare il legame che univa le due notizie. Ovvero il fatto che tra i motivi che hanno determinato la vittoria del manager ci fosse «l'aver trasformato la Fiat da azienda che lottava per la propria sopravvivenza e indipendenza in un gruppo globale al quale altri costruttori si rivolgono quando hanno bisogno di un partner forte». Dunque: siccome il gruppo di Monaco ne cercava uno, quale miglior scelta se non quella di rivolgersi a Torino?
Come cambiano i tempi e le situazioni, se è vero che solo nove anni fa, era l'agosto del 1999, Stefan Quandt, erede della famiglia che possiede la maggioranza dello storico marchio, era sbarcato a Roma giusto per rispondere all'invito di Gianni Agnelli, ma con la ferma convinzione di non "sporcare" il blasone bavarese con qualsivoglia accordo con gli italiani. L'incontro avvenne nella casa dell'Avvocato vicina al Quirinale, e fu a quattr'occhi perché l'allora trentenne erede della dinastia pretese di parlare da padrone a padrone, lasciando fuori i manager, Fresco e Cantarella. L'incontro durò poco, e nel breve resoconto che fece agli esclusi Agnelli si soffermò su due particolari: aveva capito subito che quel viaggio a Roma era di mera cortesia perché, già prima di partire, alla Bmw sapevano che non se ne sarebbe fatto nulla. Aveva notato che Stefan, rappresentante di una della più ricche famiglie del mondo (la madre Johanna è una abituale frequentatrice della classifiche di Forbes), era sbarcato nella città eterna con un volo di linea e con il medesimo se n'era tornato a casa, della serie ogni euro risparmiato è un euro guadagnato.
Stavolta invece le famiglie sono rimaste fuori e l'approccio è avvenuto tra i due ceo, Norbert Reithofer e Marchionne. In ballo non uno scambio azionario, come lo cercava invece Fiat nel '99 e come avrebbe trovato un anno dopo con General Motors dall'altra sponda dell'oceano, ma solo accordi industriali. Poiché si tratta di una lettera di intenti, per i dettagli bisognerà aspettare fine anno. Si sa già però che Bmw è interessata alle piattaforme torinesi dei segmenti B, quello della Grande Punto, e C, ovvero Bravo, Lancia Delta e la futura Alfa 149, dove potrebbero girare le varie estensioni della Mini e dove a Monaco potrebbero collaborare fornendo alla Casa italiana progetti e propulsori. E qui uno si chiede: avendo già una joint-venture con la Peugeot, perché mai i tedeschi tirano in ballo Torino sullo stesso tema? Perché voci di corridoio raccontano che il relativamente nuovo presidente della casa francese, Christian Streiff, abbia una certa avversione per le intese siglate dai suoi predecessori e che dunque Fiat potrebbe rimpiazzare il posto occupato oggi dai francesi.
L'altro aspetto del memorandum, il più controverso, riguarda lo sbarco americano dell'Alfa Romeo. Forse che Bmw metterà a disposizione i suoi impianti in South Carolina per produrre auto con il marchio del biscione? Certo che no, visto che le catene di montaggio sono occupate a pieno ritmo dai suoi modelli. Piuttosto, Bmw potrebbe mettere a disposizione la sua rete di concessionari per rendere meno avventurosa la seconda volta di Alfa Romeo negli Stati Uniti. La prima da quando il marchio diventò Fiat, con la 164, risale ancora all'era Ghidella, e fu un mezzo disastro. Anche qui, uno si chiede perché mai Bmw dovrebbe spalancare le porte dei suoi punti vendita a un concorrente. La risposta, in camera caritatis, la dà un dirigente del gruppo di Monaco: «Visti i tempi che corrono, e che correranno anche nei prossimi mesi se la congiuntura non migliora, meglio mettere a disposizione della rete commerciale un prodotto in più per rendere più attraente l'offerta, anche se il prodotto in questione porta le insegne di un concorrente».


ora potete piangere anche voi [SM=g1515684]
[Modificato da Mr Compact 12/07/2008 13:16]

SIAMO NATI INSIEME, CRESCEREMO INSIEME E...NON MORIREMO MAI!!! ...tiè!! BMWfever for ever!!!
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